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Il custode dei campioni del futuro: “Un’occasione per crescere insieme a loro”

Il suo sport è il calcio, senza ombra di dubbio. La passione è nata quando era ancora nel suo paese, la Costa d’Avorio, e in Italia, dove è arrivato il giorno di Natale del 2016, ha trovato le occasioni per realizzarsi. A Villa Pallavicini ha frequentato il corso da arbitro e dopo aver superato l’esame scritto è pronto a sostenere quello pratico. Lo scorso campionato è stato invece il mister dell’Arcolaio FC, una squadra composta di soli migranti africani nata per volontà del Consorzio L’Arcolaio,  che è arrivata quinta nel campionato di Promozione e si è giocata i playoff per salire in Eccellenza. Poi però, a settembre scorso, il ventiseienne ivoriano Aboubakar Sylla ha incrociato anche il basket, seppur in un modo molto particolare. La coop sociale Società Dolce, in collaborazione con il servizio Protezioni Internazionali di ASP, lo ha infatti chiamato a svolgere il ruolo di custode presso la foresteria della Fortitudo Academy, cioè nella casa dove vivono alcune giovanissime promesse del basket che giocano nelle squadre giovanili della Fortitudo Pallacanestro Bologna. A breve l’Area Lavoro del progetto SPRAR trasformerà il suo impegno all’Academy in un tirocinio formativo su cui vigilerà un tutor della Cooperativa Abantu.

Una foresteria dove l’impegno educativo è al centro

“Società Dolce da quest’anno si occupa delle attività di supporto nella gestione della foresteria della Fortitudo Academy, dove vivono otto ragazzi dai 13 ai 17 anni (sei italiani, un nigeriano e un kosovaro) che giocano nelle squadre giovanili della Fortitudo – spiega Giuseppe Tateo della coop. L’aiuto che diamo loro consiste nell’accoglienza al ritorno da scuola e nell’affiancarli nello studio e nelle loro attività con il lavoro di due educatrici e un operatore. Presto si aggiungerà anche una cuoca che provvederà a preparare pranzo e cena per i ragazzi. Oltre a queste figure ci sono anche Aboubakar e Adam, che viene dal Mali, due ragazzi che sono ospiti di strutture SPRAR della Società Dolce e della coop. Arca di Noè. Loro si alternano nel dare supporto alle educatrici, nel monitorare gli ospiti della foresteria e nel fare i custodi la sera e la notte. Così abbiamo voluto dare un’impronta educativa a questo progetto, che è sicuramente originale”.

 

 

Un’esperienza inedita in Italia

“Di solito una foresteria viene gestita da un allenatore che vive di fatto insieme ai ragazzi, come accadeva fino alla scorsa stagione – aggiunge Federico Politi, responsabile della Fortitudo Academy –. Insieme a Società Dolce abbiamo pensato di creare qualcosa di nuovo, molto probabilmente inedito per le società di basket italiane che hanno una foresteria in cui crescere i giovani talenti. Già dopo poche settimane possiamo dire che la presenza e il lavoro delle educatrici e di Aboubakar e Adam è fondamentale”.

“Vigilo e aiuto, ma anche i ragazzi danno tanto a me”

“Con la Società Dolce ho lavorato in piccole manutenzioni, opere di tinteggiatura, poi a settembre mi hanno proposto questa cosa – racconta il giovane ivoriano –. Le prime settimane, quando i ragazzi si allenavano al centro sportivo Torreverde e non andavano ancora a scuola, li accompagnavo agli allenamenti per creare un primo contatto con loro e stabilire un rapporto che facilitasse la nostra amicizia. Da quando è cominciata la scuola sto con loro soltanto la sera dopo l’allenamento e la notte dormo nella foresteria, alternandomi settimanalmente con Adam. Do una mano nel fare i compiti e poi gli faccio compagnia sorvegliandoli. Visto che la mia lingua è il francese la insegno a chi vuole impararla”.

 

 

Aboubakar nel suo lavoro fa valere il fatto di avere qualche anno in più degli ospiti della foresteria e, quando è necessario, sa farsi rispettare. “Li rimprovero se le camere non sono in ordine, gli faccio notare se lasciano sporco o se sprecano cibo o acqua – spiega –. Non voglio però essere molto pesante, perché siamo solo all’inizio e resterò con loro fino alla fine della stagione, a giugno 2019. I ragazzi hanno il loro mondo ed è giusto che venga rispettato. Comunque sono tranquilli e rispettosi, mi chiedono sempre l’autorizzazione prima di fare qualcosa, perciò danno importanza al mio ruolo e i più grandi mi aiutano a tenere il controllo. Alle 23 mando tutti a dormire e prima di andarci anche io controllo che lascino tutto a posto, che non ci siano scarpe sotto il divano, vestiti sparsi o bottigliette d’acqua mezze piene in giro per casa. Gli ho anche insegnato a fare la raccolta differenziata. Quello che ho capito è che in questo progetto sono loro a dare a me più di quello che io do loro. Ad esempio, sanno che non capisco benissimo l’italiano e mi aiutano e mi correggono quando sbaglio. In questo periodo mi sto preparando per l’esame della patente di guida e chiedo al più grande di loro, che è quasi maggiorenne, di spiegarmi qualche termine. Sto anche imparando un po’ il bolognese: ho scoperto cosa vuol dire rusco, dare il tiro, cinno…”.

Un impegno totale, dallo sport alla cultura

Non di solo sport si riempie la vita di Aboubakar. Mentre è ancora in attesa della convocazione da parte della Commissione territoriale a seguito della sua richiesta di protezione internazionale, è attivo in tante iniziative. Oltre al corso per arbitri di calcio e all’esperienza come allenatore della squadra dell’Arcolaio, Aboubakar è stato fino a qualche settimana fa segretario di DIER (Diaspora Ivorienne d’Emilia-Romagna), un’associazione di promozione sociale e culturale, apolitica e non religiosa, che opera per il benessere sociale e l’integrazione. È inoltre coordinatore di “Fiato Dance”, un’attività dell’associazione interculturale Universo in cui tutti possono ritrovarsi per condividere la passione per la danza insieme a persone provenienti da diversi paesi.

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