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Dossier Statistico Immigrazione 2020: l’Emilia-Romagna si conferma prima regione per incidenza sul totale della popolazione residente

Il 28 ottobre si è svolta, in forma di diretta Facebook sulla pagina di Africa e Mediterraneo a causa delle restrizioni dovute alla pandemia e in contemporanea con tutte le regioni italiane, la presentazione regionale del Dossier statistico immigrazione IDOS/Confronti 2020, organizzata come ogni anno da Africa e Mediterraneo, con il Patrocinio del Comune di Bologna e in collaborazione con CGIL e CISL Emilia-Romagna.

Marco Lombardo, Assessore Lavoro, Relazioni europee e internazionali del Comune di Bologna, ha introdotto i lavori affermando che la presentazione del dossier è un momento di conoscenza che aiuta ad andare oltre la rappresentazione distorta che spesso si fa del fenomeno migratorio. «Il nuovo decreto del governo è un primo passo che va nella giusta direzione ma è necessario il ripristino del modello SPRAR e dell’accoglienza diffusa, per il quale Bologna si è distinta, e quindi il superamento dei grandi Centri di Accoglienza, in modo che si possano alleggerire le condizioni degli ospiti, ad esempio del Centro bolognese di Via Mattei, anche tenendo conto della pandemia. […] Il lavoro non deve essere un ricatto per la regolarità e si deve andare verso la definizione di flussi regolari, perché un esercito di lavoratori irregolari abbassa le condizioni di lavoro per tutti».

Matteo Mauri, Viceministro all’Interno, in un video messaggio ha parlato del Nuovo decreto Immigrazione, in via di approvazione, grazie al quale «la maggior parte dei permessi di soggiorno diventeranno convertibili in permessi per lavoro, per dare alle persone prospettive di vita su cui costruire una cittadinanza vera nel nostro Paese […] É però fondamentale rivedere la madre di tutti i problemi – ha continuato -, che ha un nome e un cognome e si chiama Legge Bossi-Fini, che contiene in nuce l’illegalità e l’impossibilità di arrivare nel nostro paese in maniera legale e quindi di incrociare domanda e offerta di lavoro in maniera intelligente.»

Pietro Pinto del Dossier statistico immigrazione ha esposto i dati nazionali, nei quali spicca il calo di ben 100 mila unità degli stranieri extra Ue regolarmente soggiornanti in Italia, per la prima volta in diversi anni, effetto in particolare del primo decreto “sicurezza”, oltre che della perdurante mancanza di programmazione degli ingressi stabili.

Giuseppe Nicolini, del Servizio Protezioni internazionali di ASP-Città di Bologna, ha esposto i dati sul sistema di accoglienza SAI/SIPROIMI (pubblicati periodicamente sul sito www.bolognacares.it), che vede l’adesione di 43 Comuni dell’Area Metropolitana di Bologna dal 2017. Al 30 giugno 2020 erano 927 le persone accolte nel sistema in 128 strutture diffuse in tutto il territorio metropolitano. Le nazionalità delle persone accolte sono complessivamente 41, la prima è quella nigeriana con poco più del 20%. Nell’ambito delle accoglienze di persone giunte con arrivi regolari attraverso i Corridoi Umanitari sono presenti siriani ed eritrei, i primi provenienti da Libano e Giordania e i secondi da Etiopia e Sudan. In merito alla posizione del soggiorno, all’interno del sistema, al 30 giugno erano presenti 534 titolari di protezione internazionale, che costituiscono la maggioranza, mentre erano 361 le persone ricorrenti alle decisioni della Commissione Territoriale, residuali altri titoli di soggiorno.

All’interno del sistema sono presenti inoltre 13 strutture dedicate all’accoglienza di persone che presentano vulnerabilità di tipo sanitario e/o psicologico con 60 posti. Il sistema di accoglienza metropolitano, come confermato anche dalla recente normativa, costituisce il sistema unitario all’interno del quale vengono accolti i minori stranieri non accompagnati con 215 posti attivi e 23 strutture. La maggioranza dei giovani accolti è rappresentata dai diciassettenni, ma sono presenti anche alcuni neomaggiorenni che necessitano della prosecuzione del sostegno all’interno del sistema di accoglienza fino al compimento del 21esimo anno.

Alla presentazione è intervenuta anche Giuseppina Bagnato, della Chiesa metodista di Bologna e Modena, soffermandosi sull’esperienza delle comunità religiose, che con la pandemia hanno constatato «un bisogno di cura e conforto che arrivava a livello globale, ad esempio per la scarsa possibilità di comunicare online con le famiglie nei paesi più poveri. […] La cosa più delicata per noi è stato l’intervento sui minori e sui bambini che vivevano con paura di quello che accadeva e non avevano più il punto di riferimento esterno alla famiglia dato dalla scuola. Particolarmente penosa è stata poi l’impossibilità di ricevere un conforto spirituale prima della morte, dalle carceri agli ospedali.»

Valerio Vanelli ha esposto i dati dell’Osservatorio Regionale sul fenomeno migratorio, per il quale al 31 dicembre 2019 i cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna sono quasi 560.000 – di cui quasi un quarto cittadini di paesi UE (23,2%) – e costituiscono il 12,5% della popolazione complessiva. Il dato, in leggero aumento rispetto all’anno precedente (12,3%), raggiunge il valore più alto dell’intera serie storica, confermando l’Emilia-Romagna prima regione in Italia per incidenza di stranieri sul totale della popolazione residente; il dato medio nazionale è dell’8,8%, a sua volta in leggera crescita. Nel corso del 2019, gli stranieri residenti in regione sono aumentati dei circa 11mila unità (2,0%).

Se si entra nel dettaglio provinciale, si rileva che l’incidenza dei residenti stranieri è più marcata nelle province nord-occidentali: a Piacenza si registra un valore del 15% e nella limitrofa provincia di Parma del 14,7. Gli ultimi posti sono occupati dalle province di Africa e Mediterraneo

Forlì-Cesena e Rimini – entrambe con l’11,2% – e infine Ferrara (9,8%). Per quanto riguarda i paesi di cittadinanza, in Emilia-Romagna così come nel resto del paese, si conferma la netta prevalenza della comunità romena. Al 31 dicembre 2019, i cittadini romeni residenti in regione sono 97.392 (17,4% del totale dei residenti stranieri, a livello nazionale costituiscono il 22,8%). Al secondo posto, seppur assai distaccati, si collocano i cittadini del Marocco (11,2%, in leggero aumento) e al terzo gli albanesi (10,6%), seguiti da ucraini (6,0%), cinesi (5,4%), moldavi (4,9%) e pakistani (4,2%). Va inoltre sottolineato che dei quasi 560mila stranieri residenti in Emilia-Romagna, oltre 120mila, pari al 21,4% del totale, sono minori e che l’età media dei cittadini stranieri residenti in regione è di 34,3 anni, mentre quella degli italiani è di 47,5 anni. Una parte significativa dei minori residenti in regione è costituita da bambini stranieri nati in Italia1. Solo nel 2019, i nuovi nati da coppie straniere sono stati 7.736, il 25,0% – ossia un quarto – di tutti i nuovi nati in regione nello stesso anno. In Italia lo stesso valore si è attestato al 15,0%. I cittadini stranieri che nel 2019 hanno acquisito la cittadinanza italiana in ER sono stati 12.014. Per quanto concerne, i migranti ospitati nelle strutture di accoglienza, i dati del Ministero dell’Interno mostrano un decremento progressivo delle presenze, da oltre 13.600 al 31 dicembre 2017 a 7.066 al 31 dicembre 2019. Nell’a.s. 2018/2019 gli alunni stranieri iscritti nelle scuole dell’Emilia Romagna sono 101.869 (di cui oltre due terzi nati in Italia) e rappresentano il 16,4% del totale (nell’a.s. 2017/2018 erano meno di 100mila e costituivano il 16,1%). A livello nazionale, l’incidenza si attesta al 10,0%. Nel corso del 2019 gli occupati stranieri registrano un lieve aumento rispetto al 2018 (circa ottomila unità in più), che si traduce in una crescita dal 12,5% al 12,8% sul totale degli occupati in regione, confermando un valore ben al di sopra della media nazionale (10,7%). Per quanto riguarda i settori: il 6,7% è occupato in agricoltura, il 32,1% nell’industria e il 61,2% nel terziario. Resta elevato il numero dei lavoratori domestici: circa 48mila, pari al 18,5% del totale. Secondo i dati Infocamere e Unioncamere, in regione le imprese condotte da immigrati sono 54.501, il 12,1% del totale, con un incremento del 2,7% rispetto al 2018, pari a quello registrato per le imprese italiane.

Luigi Giove, segretario generale della CGIL E-R, ha sottolineato il supporto dato alla pubblicazione del dossier 2020 in quanto strumento prezioso per la fotografia che produce da trent’anni del fenomeno migratorio anche nella nostra regione. «I dati presentati ci permettono di fare una riflessione sullo stato del lavoro anche in regione e di prendere un impegno per il superamento dei diversi gap che differenziano l’occupazione immigrata da quella non immigrata. Nel rapporto 2020 si confermano differenze di natura salariale, di qualità dell’occupazione, di corrispondenza tra titolo di studio e lavoro svolto, di lavoro manuale e di lavoro intellettuale. Si tratta inoltre di condizioni di lavoro maggiormente sottoposte al ricatto del permesso di soggiorno, meno libere anche nelle loro espressioni rivendicative e nella possibilità di ottenere diritti.»

«Cambiare la narrazione sull’immigrazione significa riconoscerne e svelarne la normalità, senza per questo dimenticare gli aspetti di criticità, peraltro presenti in qualsiasi realtà sociale – ha affermato Ciro Donnarumma, Segretario Regionale CISL Emilia-Romagna con delega all’immigrazione – significa riflettere su come le politiche in materie di immigrazione incidano sulla nostra realtà. Per questo abbiamo bisogno di ripensare la normativa e le politiche migratorie, e ciò sarà possibile in primis attraverso una riforma complessiva e organica a livello nazionale.»

Andrea Facchini, del Servizio Politiche per l’integrazione sociale della Regione ER, ha offerto un ricordo di Andrea Stuppini, storico Redattore del Dossier scomparso quest’anno, del suo percorso di studio dei fenomeni sociali e del contributo da lui dato in particolare al tema importantissimo del rapporto costi/benefici dell’immigrazione nei bilanci pubblici.

Sandra Federici, direttrice di Africa e Mediterraneo, ha concluso ribadendo l’importanza del lavoro del Dossier Statistico Immigrazione per una conoscenza del fenomeno migratorio, fondamentale per l’implementazione di politiche a lungo termine che favoriscano un’immigrazione sicura, ordinata e regolare.

Info: s.federici@africaemediterraneo.it

www.dossierimmigrazione.it
www.africaemediterraneo.it

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