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Chiacchiere in uno Sprar

In questa puntata di Radio Bologna Cares, andata in onda venerdì 27 dicembre  (in replica mercoledì 8 gennaio) continua la visita della redazione di Psicoradio a Casa Rupe, una struttura SPRAR Vulnerabili, gestita dalla cooperativa sociale Open Group, che accoglie giovani migranti con problemi di dipendenza.

La prima voce che sentirete è quella di un ragazzo marocchino di 21 anni, scappato da Casablanca ancora minorenne e arrivato in Italia dopo un lungo viaggio attraverso i Balcani e la Germania. “Io ho avuto paura del viaggio. Ho visto tante persone morte, c’è chi è morto in mare, chi per il freddo, chi in treno perché toccava l’elettricità. Ho visto morire anche i miei compagni di viaggio nella foresta tra la Grecia e la Serbia. Ho avuto paura perché quando fai dalla Grecia alla Serbia tutto a piedi e senza documenti, il pensiero del suicidio è sempre presente.” Grazie allo SPRAR  Casa Rupe ha imparato l’italiano, ottenuto la licenza media e ha imparato il lavoro del metalmeccanico.

La seconda voce, invece, è quella di un ragazzo russo che è arrivato in Italia tredici anni fa per raggiungere la madre e visitare il paese. Dopo aver fatto avanti e indietro dalla Russia diverse volte, ha deciso di rimanere qua per trovare lavoro e sistemarsi. Ora ha 34 anni e la sua speranza è riuscire, un giorno, a portare in Italia la figlia di cinque anni e gli altri parenti rimasti in patria per vivere finalmente tutti insieme. “Io avevo paura quando ero arrivato a Napoli a lavorare, ero da solo e senza famiglia ”.

Infine con David Lovelock, coordinatore di Casa Rupe, abbiamo parlato delle difficoltà del suo lavoro in un ambito sociale così delicato. David ci dice che, nonostante il clima difficile e le tristi realtà con cui si viene in contatto, è “un lavoro che mi permette di fare qualcosa rispetto agli eventi storici di cui mi trovo a essere testimone e che mi permette di dire io c’ero da protagonista”.

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