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San Lazzaro: quell’accoglienza diffusa che funziona

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“La vita dell’avventura – come io chiamo l’immigrazione – mi ha fatto capire l’importanza di aiutare chi è in difficoltà e la necessità di darsi da fare per migliorare le situazioni che si presentano. Il mio lungo viaggio ha coinciso con l’inizio del mio impegno sociale”. Jean Dieu, 28 anni, viene dal Camerun ed è in Italia da pochi anni. Deve ancora dare una solidità alla sua vita e a quella della sua famiglia ma ragiona già come chi, da questa parte del mare e della migrazione, lavora per garantire ad altri l’accoglienza e l’integrazione e si impegna per dare un aiuto a tutti, non solo agli immigrati.

Il trasferimento in una struttura SPRAR a Bologna

Dopo essere stato a lungo ospite di un grande centro in Sicilia, ha chiesto il ricongiungimento familiare e, dopo una lunga attesa, è stato trasferito a Bologna dove ora può finalmente vivere sotto lo stesso tetto con il piccolo Giovanni, nato due anni fa, e sua moglie Cidorine. Lei era già a Casalecchio di Reno da più tempo e abitava in una struttura SPRAR Bologna con altre donne e bambini, insieme al figlio. Ora i due giovani camerunensi, il cui amore era nato già nel Paese di origine, vivono in un piccolo appartamento di via Bellaria, a San Lazzaro di Savena. Il loro, insieme ad altri tre, (uno sempre in via Bellaria e due nell’adiacente via Ponte Buco), fa parte di una piccola comunità di strutture SPRAR per adulti, gestite da inizio aprile 2018 dall’associazione Piazza Grande insieme al Consorzio L’Arcolaio. Diciannove persone in tutto, per la gran parte ragazzi ventenni o neomaggiorenni e una famiglia, quella di Jean Dieu, Cidoryne e Giovanni.

L’idea dell’associazione “Immigrati di buona volontà”

Cidorine da pochi mesi ha trovato impiego come OSS in un centro di cura a San Lazzaro, dopo aver studiato per ottenere l’abilitazione ed essersi pagata il corso in gran parte coi suoi risparmi. “Quando ero ancora in Camerun ho lavorato un po’ di tempo come babysitter – racconta -. Ora sono felice di avere trovato un lavoro che mi piace e nel tempo libero posso aiutare mio marito con la sua attività”. Jean coglie al volo la palla passata da Cidorine e, come un fiume in piena, spiega con entusiasmo insieme alla moglie i dettagli del progetto a cui ha dato vita. “Ho fondato l’associazione ‘Immigrati di buona volontà’, che ha diversi obiettivi – dice Jean -. Innanzitutto ci diamo da fare per l’integrazione sociale degli immigrati, andando casa per casa a parlare con loro, a sensibilizzarli, a fargli comprendere l’importanza di essere attivi per andare incontro a chi ci ospita. Al momento siamo 19 associati che mettono a disposizione parte del proprio tempo come volontari (anche la signora Giselle, uno degli associati, partecipa alla nostra chiacchierata, ndr): vogliamo cambiare l’immagine degli immigrati mostrando che anche noi possiamo aiutare le comunità in cui viviamo. Per questo facciamo già diverse attività, che si rivolgono a tutti, non solo agli immigrati. Tra queste la pulizia dei parchi e giardini di San Lazzaro: abbiamo cominciato di nostra iniziativa e ora ci siamo presentati al Comune dando la nostra disponibilità a collaborare. Inoltre rimettiamo a posto gli arredi danneggiati dei parchi, ridipingiamo tavoli e panchine e cancelliamo i graffiti. Raccogliamo poi vestiti e scarpe usati e li diamo a chiunque ne abbia bisogno. Con l’aiuto di Volabo, il centro servizi per volontariato della Città metropolitana, abbiamo fatto una brochure che abbiamo distribuito in città e nei Comuni della provincia, spiegando che cosa stavamo facendo e perché. Infine raccogliamo fondi per finanziare corsi di formazione che aiutino le persone a trovare un lavoro: abbiamo già cinque ragazzi che stanno frequentando corsi da OSS. I nostri vicini di casa, anche italiani, ci conoscono bene e molti apprezzano il lavoro della nostra associazione”.

Un impegno, quello con “Immigrati di buona volontà” che assorbe quasi completamente il tempo di Jean Dieu, che spesso partecipa a manifestazioni culturali e di sensibilizzazione in tutta Italia. A metà gennaio inizierà però un corso di formazione come saldatore, che lo porterà a Modena più volte alla settimana nella speranza che possa rivelarsi una buona opportunità per trovare un lavoro.

“San Lazzaro e Bologna luoghi ideali per vivere”

Cidorine e Jean Dieu si trovano bene nella comunità di San Lazzaro. “È una cittadina molto tranquilla, pulita, piena di parchi, servita bene dagli autobus – dice Cidorine -. Ma anche Bologna è una città perfetta. Mi piace andare in Sala Borsa per portare Giovanni a leggere i libri nella biblioteca per i bambini”. “Tanti africani, quando ero in giro per l’Italia – aggiunge Jean Dieu – mi dicevano che Bologna era la città number one, e avevano ragione”.

Piazza Grande – come studenti fuorisede sotto lo stesso tetto

Tra gli altri inquilini degli appartamenti gestiti da “Piazza Grande” molti lavorano, o comunque svolgono tirocini o attività formative. Convivono tra le stesse mura giovani di Paesi diversi, la maggioranza africani ma anche asiatici, con esperienze di vita differenti tra loro ma tutti accomunati dal desiderio di cominciare qui una vita nuova. Tra loro anche un laureato in matematica. Condividono gli appartamenti spesso come fossero studenti universitari fuorisede, incrociandosi a qualche ora del giorno per il pranzo o la cena ma vivendo sostanzialmente vite autonome. Uno dei più giovani è Makan, diciottenne del Mali arrivato in Italia quando era ancora minorenne. “Nel mio appartamento abitiamo in cinque – racconta -. Io sono spesso a casa perché per ora studio ancora, sto frequentando alla sera la seconda media al CPIA di San Lazzaro. Ho frequentato un corso di cucina e qualche volta vado in palestra a Bologna. In futuro mi piacerebbe studiare meccanica, mi piacciono le auto e i motori. Durante il giorno leggo libri e riviste, per imparare meglio l’italiano, spesso li prendo alla Mediateca del Comune”.

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