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Attori e volontari nel “Mondo Piccolo”

L’appartamento è al secondo piano di una casetta gialla, affacciata sul ponte pedonale che scavalca il torrente Idice, nel centro della frazione di Bisano di Monterenzio. In pochi metri, dove la strada provinciale fa un’ampia curva, stanno l’uno accanto all’altro un bar di paese, una tabaccheria, un microscopico ufficio postale. Sono i punti di riferimento del “mondo piccolo”, ma tranquillo e accogliente, dove da quasi un anno vivono sei giovani immigrati africani in attesa del responso della Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale che deciderà del loro futuro.

Sul campanello c’è scritto “Arca di Noè”: è facile che il pensiero corra a metafore e simbologie forse troppo scontate, ma il senso del viaggio, di un percorso positivo verso l’integrazione, emerge con evidenza. Attorno al tavolo al centro del soggiorno-cucina Zou, Fofana, Diallo, Mohamed, Moussa (Jadama è assente per impegni) insieme a Marzia e Valentina, le operatrici della coop sociale “Arca di Noè” che gestisce la Casa SPRAR di Bisano. E poi Giulio e Luca, Cinzia e Giuseppe, i “locali”, quelli che da subito hanno coinvolto i giovani migranti.

Il teatro per farsi conoscere e imparare l’italiano

Luca Giannelli, insieme alla moglie Tiziana e ad Elena Zerbini, ha voluto portare anche a Monterenzio un corso di teatro che a Casalfiumanese riscuote molto successo. Lo anima Giulio Colli, da tempo al lavoro sulle emozioni di adulti e bambini per ricavarne recitazione e rappresentazioni. L’insegnante e il modello di apprendimento sono stati dunque esportati due valli bolognesi più in là e ne è nato il laboratorio “Monteatro”, messo in moto nel 2017 anche grazie alle sponsorizzazioni che Luca è riuscito a raccogliere tra le aziende di Monterenzio e dintorni, compresa la sua.

L’obiettivo era lavorare su un testo teatrale e andare poi in scena con due spettacoli, uno per gli attori più piccoli e uno per quelli più grandi. Nel frattempo, nell’estate dell’anno scorso, l’“Arca di Noè” era approdata a Bisano con i suoi ospiti appena arrivati in Italia da vari paesi africani. Imparare l’italiano era per loro un’esigenza primaria. All’assessore Silvia Cuppini del Comune di Monterenzio, che già patrocinava “Monteatro”, venne l’idea di mettere insieme le due neonate realtà per darsi un aiuto reciproco. Proposta subito accolta con favore da tutti.

Per tre mesi, tutti i martedì sera, quattro degli ospiti hanno preso parte al corso di recitazione insieme agli altri aspiranti attori locali imparando, insieme alla loro parte, anche un po’ di lingua italiana. Per loro Giulio ha anche riadattato e semplificato parte del testo di uno spettacolo, la commedia comico-brillante in tre atti “Stasera Corna”, tratta da un copione di Pasquale Calvino. Si è lavorato quindi alle scenografie e ai costumi, facendo anche affidamento sul locale centro del riuso. Il 23 e 24 marzo si è aperto il palcoscenico per un paio di repliche al Teatro “Lazzari” di Monterenzio. Due degli ospiti dell’Arca di Noè hanno avuto ruoli di primo piano, insieme ad altri 14 attori: Zou – che in Mali aveva già partecipato a qualche recita a scuola – quello del protagonista Paolo Lombardi, mentre Fofana era il domestico Girolamo.

I tradimenti e gli intrecci amorosi del testo teatrale hanno divertito e appassionato il numeroso pubblico e per i giovani stranieri è stata un’occasione, oltre che per mettere alla prova il loro italiano, per farsi conoscere meglio, in una maniera inedita ed esilarante. Il laboratorio “Monteatro” vorrebbe ripetere il progetto anche quest’anno e ha chiesto aiuto alla Fondazione del Monte per un sostegno economico.

 

 

Volontari con l’Auser per il Banco Alimentare

Una seconda attività che coinvolge tutti gli ospiti, che hanno aderito con entusiasmo, è quella del Banco Alimentare, gestito a Monterenzio dal Comune in collaborazione con i volontari di Auser, coordinati da Giuseppe Pedrini e dalla moglie Cinzia Landuzzi. Anche in questo caso l’assessore Cuppini ha compreso che gli ospiti della casa potevano essere una risorsa, dando un aiuto concreto sia ad Auser sia, soprattutto, alle famiglie in difficoltà del territorio, in uno scambio di reciproca solidarietà. Dallo scorso autunno, ogni primo martedì del mese, i volontari Auser e i ragazzi si incontrano per impacchettare e poi consegnare porta a porta gli alimenti forniti dal Banco per chi ne ha necessità. Un supporto fondamentale che ha permesso di ridurre il carico di lavoro dei volontari Auser e che dà soddisfazione anche ai giovani africani, che vengono accolti con calore dalle persone assistite e si sentono così parte integrante della comunità. Per loro, il modo migliore di rendere tangibile il proverbio africano “Una mano sola non riesce a legare un pacchetto”.

Scuola, informatica, corsi di lingua

Tutti gli ospiti dello SPRAR di Monterenzio frequentano inoltre i corsi del centro interculturale “Zonarelli” di Bologna per conseguire l’attestazione linguistica. Alcuni di loro hanno anche ottenuto la licenza media e altri frequentano corsi di alfabetizzazione informatica a San Lazzaro di Savena e all’Antoniano di Bologna. L’estate scorsa hanno dato una mano ad allestire la Fiera di Bisano e hanno partecipato alla “Festa Grossa” di fine agosto a San Benedetto del Querceto. Una volta al mese prendono parte alla pizzata che la comunità di don Fabio organizza per tutti i parrocchiani. A metà maggio si è tenuto, in collaborazione con la biblioteca di Monterenzio, un incontro tra i bambini del paese e i giovani africani, dal titolo “Tu che gioco fai?”, per confrontarsi sui giochi e le canzoni delle diverse culture.

 

 

“Le nostre aspirazioni per il futuro”

Le esperienze di questo anno a Monterenzio stanno lasciando un segno nei richiedenti asilo. Zou, che ha 19 anni e viene dal Mali, sogna di rimanere in Italia e di poter essere presto autonomo, magari con un lavoro nel commercio dopo che avrà frequentato il corso di logistica e contabilità a cui si è iscritto di recente. Moussa, 27 anni dalla Costa d’Avorio, vorrebbe fare il cuoco, riprendendo l’esperienza che ha maturato al suo paese, e spera di potersi creare una sua famiglia in Italia. Mohamed, diciannovenne ivoriano, è molto fiducioso nel progetto di orientamento al mondo del lavoro del Comune di Bologna “We neet you”, a cui ha partecipato insieme ad altri 50 giovani stranieri e soprattutto italiani, occasione di grande stimolo e integrazione. Diallo, anche lui diciannovenne dalla Guinea Conakry, ha esperienza come panettiere e agricoltore nella sua terra di origine e cercherà di mettere a frutto anche qui le sue competenze. Fofana, infine, sta facendo un laboratorio di cucina mediterranea e spera di restare in Italia per fare il cuoco.

La loro presenza sta lasciando un segno positivo anche all’interno della comunità di Monterenzio e l’imminente apertura di una nuova casa SPRAR, gestita sempre dalla cooperativa sociale “Arca di Noè” nella frazione di Cà di Bazzone, potrà moltiplicare le occasioni di integrazione, confronto e collaborazione. Giulio e Luca, Cinzia e Giuseppe ci stanno già pensando…

 

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